Gli ufficiali giudiziari forzarono la serratura con decreto
di pignoramento alla mano. L’anziano non si vedeva nei paraggi da molto tempo
ormai. Quando i pompieri entrarono, si trovarono di fronte uno spettacolo
raccapricciante. La mummia dell’uomo giaceva sul pavimento con occhi e bocca spalancati, perfettamente conservata. La pelle aderiva alle ossa e ne segnava profondamente le linee del cranio. La porta era
stata isolata con il cellophane, una strana mania del vecchio che aveva forse consentito la perfetta
mummificazione della salma. Aveva anche consentito, però, che il monolocale
rimanesse impregnato dell’odore nauseabondo della decomposizione. Si
avvicinarono, doveva essere morto da mesi, nel disinteresse
totale di vicini e parenti. Forse ammazzato, forse un infarto, ancora troppo
presto per dirlo.
In mano l’uomo teneva un calendario, probabilmente l’ultimo oggetto che fosse riuscito ad afferrare prima della caduta. Un calendario che
annunciava tristemente la quota di indifferenza della società moderna. Una data
di otto anni prima. Quel vecchio era una mummia in casa sua da otto anni.
E a
nessuno era importato nulla.
G.G. (Londra, 28
giugno 2015)