Per un vero viaggiatore, il cammino più difficile è quello
che porta a casa. Ci ho messo molti anni a capirlo.
Tornare in un luogo che non ti comprende più, che ti guarda con
occhi troppo vecchi per notare quanto sei nuovo. Ma ho capito che un vero viaggiatore ha radici ben salde, altrimenti rischia di perdersi, di non trovare più la strada. Tutti noi abbiamo una casa a cui aggrapparci, che ci piaccia o meno.
È una terra conosciuta, dove crediamo non ci sia più niente
da scoprire, un viaggio tediante e inutile. Ma ci sbagliamo. È essenziale imparare ad
amare - o riamare -quelle terre, scoprirne - o riscoprirne - i difetti e amare anche quelli, come
si impara ad amare i difetti della persona amata. Osservare quella città, quel paesino, e rivelarne i punti deboli, che non odieremo più, ci faranno tenerezza.
Perché in quella terra forse non scopriremo culture nuove,
ma troveremo qualcosa di molto più importante: noi stessi.
G.G. (Milano, 29 febbraio 2016)