29/12/15

tutto ha una fine?

dizem que tudo que começa termina um dia... será? talvez acabe apenas como era antes... mas o que realmente existiu permanece... nei nostri cuori, nei nostri ricordi... e quando nós chegarmos ao fim da vida, nossa energia e tudo que vivemos permanecerão pelo espaço, como uma poeira cósmica... come le parole erranti... errantes pelo universo... allora andiamo avanti!

ps: è stato un piacere scrivere in questo blog durante quest'anno! grazie mille a la mia compagna di volo! que continuemos voando juntos por aí! e muito obrigado aos que pousaram por aqui para ler nossos textos! :D

pS2: feliz ano novo! ;)

Tiago Elídio... Rio de Janeiro... 29/12/2015...

28/12/15

Natale

Ogni anno la stessa storia.
Troppe aspettative, troppo entusiasmo, troppa euforia, che lasciano spazio a un cappone sullo stomaco e a un vuoto nel petto, come se fosse scoppiata una bolla di nulla.
La malinconia di una festa passata e il frigo pieno di avanzi, ecco cosa resta del Natale.

G.G. (Milano, 27 dicembre 2015)

23/12/15

Maschere

Jack Sparrow si guarda allo specchio e vede Johnny Depp.
Johnny Depp si guarda allo specchio e vede Jack Sparrow.
Tutto il mondo guarda Johnny Depp e vede personaggi, ognuno il suo preferito.
Come convivere con un'immagine tanto distorta di sé? Come non dare di matto e gridare a tutti: non mi chiedere di mia moglie nel film, ho una vita reale! Dove finisce il personaggio e comincia la persona?
Penandoci bene, la nostra condizione è forse diversa? Chi non recita una parte, sul palco del mondo? Recitiamo tutti, tutti ci guardano e vedono personaggi, ognuno il suo preferito. Gli attori, anzi, sono fortunati, lo fanno per mestiere, hanno una giustificazione.
Siamo tutti personaggi di un film che si chiama Vita. Siamo maschere ambulanti, innumerevoli Jack Sparrow e rarissimi Johnny Depp.

G.G. a Fábio L. (Milano, 23 dicembre 2015)

16/12/15

somewhere in my memory...



Ahh, sempre que essa época do ano se aproxima, eu me lembro daquela vez em que esqueceram de mim... sim, daquela em que me deixaram sozinho em casa e eu perdi o avião... pois é, já faz 25 anos que isso aconteceu... como o tempo passa, não é mesmo? acho que hoje em dia isso já não aconteceria mais... com tanta segurança e paranoia, eu jamais passaria por uma situação dessa... mas, na verdade, foi uma grande aventura... sinto que, apesar do pequeno trauma, consegui me sair bem da situação... e quem acha que um raio não cai duas vezes na mesma cabeça está completamente enganado... dois anos depois, esqueceram de mim novamente... pois é! e dessa vez peguei o avião errado! fui parar em Nova York! mas na verdade foi uma viagem incrível! como a cidade fica linda nessa época de natal, com todas as luzes, a neve, a energia... e pude conhecer ótimas pessoas, como o Senhor Duncan e a senhora dos pombos... até hoje guardo a rolinha branca... enfim... como é bom lembrar tudo isso... afinal, as coisas parecem ter perdido o encanto atualmente... mas sempre guardarei na memória esses bons momentos...
Felizes festas, pessoal!
Kevin













Tiago Elídio... Rio de Janeiro... 16/12/2015...

01/12/15

Linguaggi universali

Mio padre e mio fratello guardano il televisore, io guardo loro. Guardano una partita di calcio.
Non me ne frega niente della partita.
Ma mi piace stare qui, a guardarli. Sento che in qualche modo questo divano condiviso e quegli omini sullo schermo ci stanno unendo.
E immagino migliaia di sorelle che guardano una partita di calcio con i fratelli.
Immagino milioni di bambini che inseguono un pallone, li ho visti rincorrerne uno nelle calli di Venezia, sull'altipiano boliviano a 3500 metri, tra le semidetached houses di Liverpool, sulle spiagge di Rio; in questo momento un ragazzino deve rincorrere un pallone in Ghana, in Giappone, in India, a Sydney, al Cairo, ovunque.

Stiamo diffondendo i linguaggi universali sbagliati, l'odio, il terrore. Ci dimentichiamo di quelli che uniscono, lo sport, la musica, l'arte, tra gli altri. Di quelli che promuovono l'empatia tra i popoli e non l'intolleranza. Per questo ci ritroviamo con un'umanità fracassata, che va frantumandosi anno dopo anno, guerra dopo guerra, attentato dopo attentato. È il caro, vecchio "mettete dei fiori nei vostri cannoni": diamo un pallone o un tamburello ai bambini, invece dei fucili. È semplice, no?

G.G. (Rio de Janeiro, 25 novembre 2015)