28/10/15

Alcol




Vinicius de Moraes diceva che il whiskey è il migliore amico dell’uomo, è un cane imbottigliato. È una frase che mi ritorna in mente spesso, nei momenti di sconforto come questo, nei quali inevitabilmente mi attacco alla bottiglia. Non di whiskey, in questo caso, ma fa lo stesso. Non c’è conforto migliore dell’annebbiamento del genio, dello spirito che si dissolve, del ricordo di lui che si fa pixelato, mentre perde risoluzione e verosimiglianza. Sento il gin che scodinzola scendendo, e il solletico sulle pareti dello stomaco mi fa sorridere. È quel tipo di amico che ti incita a parlare per svuotarti da tutti i pensieri, ti fa vomitare l’anima - l’anima vera e propria - e i problemi sembrano congelati, sospesi, fluttuano e appartengono alla vita di un altro, anche solo per una notte. Appartengono al tuo Io sobrio, che ora non sei tu.




G.G. (Rio de Janeiro, 27 ottobre 2015)

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