Sarajevo è una di quelle città, come Berlino o Santiago del Cile, in cui senti ancora l'eco di qualcosa di recente e terribile che le ha lacerato le viscere. Non lo vedi solo nei fori dei proiettili sui palazzi del centro, lo senti nell'aria. È una di quelle città che portano i segni della diabolicità dell'uomo.
Se cammini per le sue strade dalle anime squarciate, sentirai ancora l'urlo di tutti quei morti, sentirai i pianti dei bambini incidersi nel petto. È una città meravigliosa, ma è una città ancora tormentata dal passato.
Se vedi Sarajevo, con le sue lapidi bianche che pugnalano la collina, per ricordarci di quanto possiamo essere malvagi, versale una lacrima e regalale un sorriso. La lacrima per non dimenticare. Il sorriso per aiutarla a rinascere.
G.G. (Sarajevo, Bosnia-Erzegovina, 12 agosto 2015)
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