2 agosto 1849
Siamo salpati da Cesenatico. Ana sta male, è febbricitante, ed è
incinta. Ho paura di perderla.
Che potevo fare, io ho seguito il mio destino, sono nato marinaio, viaggiatore, rivoluzionario. Ma per
seguire la mia indole ho messo a repentaglio la vita di chi amo. E se fossimo rimasti in Uruguay? Se il mio destino si fosse compiuto in Sud America
e lì avessi dovuto riposarmi con affetti e famiglia? Eppure sento che il destino ha altre carte da servirmi, c'è molto da fare e il mio paese ha bisogno
di me. So che Ana pensa lo stesso, e questo mi rincuora.
Mi sento diviso tra due mondi, è forse questa la mia casa? È forse questa la mia terra? L’Italia è piena di
voltagabbana, non sai mai di chi fidarti. Ci sarà da fidarsi dei piemontesi? Certe volte, di notte, sento ancora
le chitarre dei gauchos; a
volte sento che ormai la mia terra sta altrove.
Ho bisogno di un coraggio sovraumano, per me e per Anita.
Terra d’Italia, sii gentile con lei, dacci la forza.
G.G.
G.G. (Torino, 18 maggio 2015)
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